Scopri tutti i rimedi naturali per curare la tiroide
La medicina naturale aiuta a curare i disturbi della tiroide in modo dolce, mirando a recuperare la normale funzionalità di quest'organo preziosissimo
Anatomia della tiroide e a cosa serve
La tiroide è una piccola ghiandola endocrina situata nella parte anteriore del collo, davanti alla trachea. Ha una forma a farfalla, con due lobi laterali uniti da un sottile istmo centrale. Produce principalmente due ormoni a base di iodio, la T3 (triiodotironina) e la T4 (tiroxina), sotto il controllo del TSH (ormone tireotropo) secreto dall’ipofisi. Questi ormoni regolano numerose funzioni metaboliche. Inoltre, la tiroide produce anche la calcitonina, un ormone che partecipa al metabolismo del calcio, sebbene con un ruolo secondario rispetto al paratormone.
La tiroide ha un ruolo chiave nel regolare il metabolismo cellulare, cioè la velocità con cui l’organismo brucia calorie, utilizza i nutrienti, produce energia e mantiene attive tutte le funzioni vitali.
Oltre a influenzare il dispendio energetico, la tiroide agisce anche su:
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la frequenza cardiaca;
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la temperatura corporea;
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lo sviluppo del sistema nervoso e scheletrico;
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la maturazione sessuale;
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il tono dell’umore.
Non sorprende, quindi, che i disturbi della tiroide possano avere un impatto profondo sia sul benessere fisico che mentale.
Disturbi della tiroide e sintomi: ipotiroidismo e ipertiroidismo
I principali disordini funzionali della tiroide sono i seguenti.
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Ipotiroidismo. Si presenta quando la ghiandola produce troppo pochi ormoni. I sintomi più comuni includono:
– stanchezza persistente;
– rallentamento del metabolismo (con possibile aumento di peso);
– pelle secca;
– stitichezza;
– umore depresso;
– intolleranza al freddo.
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Ipertiroidismo. È la condizione in cui la tiroide produce un eccesso di ormoni. I sintomi possono comprendere:
– perdita di peso involontaria;
– tachicardia;
– ansia, nervosismo, irritabilità;
– sudorazione eccessiva;
– insonnia.
La forma più comune di ipertiroidismo è il morbo di Basedow-Graves, una malattia autoimmune in cui anticorpi specifici stimolano eccessivamente la ghiandola.
Statistiche e proposte mediche
Negli ultimi anni si è registrato un aumento costante dei disturbi tiroidei: si stima che oltre il 20% della popolazione italiana ne sia colpito, con una prevalenza femminile. Nelle donne sopra i 60 anni, la percentuale può superare il 30%.
Le terapie disponibili sono principalmente:
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farmacologiche, con la somministrazione di ormoni tiroidei sintetici (come la levotiroxina), soprattutto nei casi di ipotiroidismo;
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chirurgiche o radiometaboliche, nei casi più gravi di ipertiroidismo o presenza di noduli sospetti.
Sebbene efficaci, questi trattamenti non sempre risolvono le cause profonde del problema, soprattutto se di natura autoimmune. Per questo motivo, oggi si guarda con crescente interesse anche a strategie integrative, volte a ridurre l’infiammazione, riequilibrare il sistema immunitario e ottimizzare lo stile di vita.
Attenzione ai falsi-positivi
La funzionalità tiroidea può variare nel corso della giornata e risentire di diversi fattori transitori, come stress, ansia, emozioni intense o alterazioni del ritmo sonno-veglia. Questi fattori influenzano l’equilibrio dell’asse ipotalamo-ipofisi-tiroide, condizionando temporaneamente sia i livelli di TSH, sia quelli degli ormoni tiroidei (T3 e T4). Per questo motivo, i valori ottenuti con le analisi del sangue possono oscillare a seconda dell’orario del prelievo e delle condizioni psicofisiche della persona. In genere, i prelievi vengono effettuati al mattino a digiuno, momento in cui i livelli ormonali sono fisiologicamente più bassi. Ma comunque detto che, in alcuni casi, queste fluttuazioni possono generare falsi positivi, ovvero alterazioni apparenti che non riflettono un vero problema tiroideo. È quindi importante interpretare le analisi alla luce del quadro clinico completo, evitando allarmismi o diagnosi affrettate.
Stress e sistema immunitario: un legame da non sottovalutare
Lo stress cronico può aumentare i livelli di cortisolo, ormone che influisce indirettamente sulla funzionalità della tiroide e può contribuire a squilibrare la risposta immunitaria. In alcune persone predisposte, questo può favorire la comparsa di tiroiditi autoimmuni, come la tiroidite di Hashimoto o il morbo di Basedow-Graves.
Non è un caso che molte forme autoimmuni compaiano:
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nell’adolescenza, soprattutto nelle ragazze (fase in cui si verificano profondi cambiamenti ormonali e neurologici);
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nel post-partum, quando il sistema immunitario si riassesta dopo la gravidanza.
In entrambi i casi, si tratta spesso di condizioni transitorie, ma che richiedono attenzione e monitoraggio.
I fattori che alterano la funzionalità tiroidea
Oltre alla predisposizione genetica e ai fattori immunitari, la funzionalità della tiroide può essere influenzata da:
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infezioni virali;
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infiammazioni sistemiche;
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assunzione di alcuni farmaci, come:
– litio (usato nei disturbi dell’umore);
– antiacidi contenenti alluminio;
– alcuni ipolipemizzanti;
– antinfiammatori (FANS), in particolare se usati a lungo.
Anche un’eccessiva assunzione di iodio, per esempio attraverso integratori o alghe ricche di iodio come il Fucus, può creare uno stress tiroideo e, in soggetti predisposti, favorire disfunzioni o infiammazioni.
Prodotti
Le proposte della medicina naturale
La medicina naturale propone un approccio globale al riequilibrio della tiroide, lavorando su quattro aree sinergiche:
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disintossicazione con la riduzione dell’infiammazione sistemica;
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correzione dell’alimentazione e dello stile di vita;
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utilizzo di piante officinali per stimolare o modulare l’attività ghiandolare;
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sostegno dell’equilibrio psico-emotivo, essenziale per la salute endocrina.
Genziana e Betulla: depurare e drenare
Un terreno “pulito” è fondamentale per il buon funzionamento del sistema immunitario. La radice di genziana (Gentiana lutea) viene utilizzata nella tradizione erboristica per stimolare le funzioni digestive ed epatiche, facilitando così l’eliminazione delle tossine. In sinergia con la betulla (Betula pubescens), che possiede proprietà drenanti e lievemente antinfiammatorie, contribuisce a creare un ambiente metabolico più equilibrato.
Modo d’uso consigliato
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Genziana, tintura madre: 30 gocce in poca acqua, 2 volte al giorno.
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Betula pubescens, macerato glicerico: 50 gocce al mattino, prima di colazione.
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Ciclo della terapia e precauzioni: massimo 15 giorni consecutivi, salvo diverso parere medico. Evitare in caso di ulcera, gastrite, patologie epatiche attive o allergia nota alle piante menzionate.
Le Erbe per la tiroide pigra
• Mirra (Commiphora myrrha)
Considerata nell’antichità preziosa quanto l’oro, la mirra è una resina vegetale ricca di oli essenziali, gommoresine e sesquiterpeni, sostanze dalle spiccate proprietà antisettiche, antinfiammatorie e lenitive. Studiata in ambito fitoterapico per il suo effetto stimolante sull’attività tiroidea, la mirra agisce in modo graduale e delicato, risultando particolarmente indicata nelle tiroiditi virali, senza sovraccaricare la ghiandola come può accadere con alcune piante iodate.
Posologia: Tintura madre di mirra, 20 gocce diluite in poca acqua, 2 volte al giorno.
• Coleus (Coleus forskohlii)
Pianta della tradizione ayurvedica, il coleus contiene forskolina, un principio attivo che ha dimostrato di stimolare la produzione e il rilascio degli ormoni tiroidei. Ha inoltre proprietà antidepressiva, miorilassante e antinfiammatoria, e contribuisce a riattivare il metabolismo rallentato favorendo la lipolisi dei grassi accumulati nei tessuti.
Posologia: Estratto secco di Coleus forskohlii titolato al 10% in forskolina, 100 mg due volte al giorno.
Avvertenza: non superare le dosi consigliate e non utilizzare in gravidanza.
Le erbe contro l'ipertiroidismo
• Melissa (Melissa officinalis)
Nota fin dall’antichità per i suoi effetti calmanti e rilassanti, la melissa veniva utilizzata per ansia, palpitazioni, insonnia, malinconia e disturbi digestivi di origine nervosa. La fitoterapia moderna ne conferma l’efficacia come antispasmodico e riequilibrante del sistema neurovegetativo, ma anche come modulatore della funzione tiroidea: studi di laboratorio hanno dimostrato che i suoi principi attivi inibiscono l’azione della tireotropina (TSH), l’ormone ipofisario che stimola la tiroide, aiutando così a rallentare l’attività eccessiva della ghiandola.
Modo d’uso: 5 gocce di quintessenza spagyrica di melissa diluite in poca acqua, due volte al giorno, lontano dai pasti (ore 10 e ore 17).
• Marrubio acquatico (Lycopus europaeus)
Pianta ricca di fluoro, polifenoli e flavonoidi, il marrubio acquatico è tradizionalmente impiegato per contenere l’ipersecrezione ormonale in caso di ipertiroidismo lieve. Il fluoro in particolare agisce bloccando i recettori dello iodio nella tiroide, con conseguente produzione di ormoni a basso contenuto iodico e riduzione dell’attività tiroidea. È indicato in tutti i casi in cui si voglia modulare la funzione tiroidea senza sopprimerla.
Modo d’uso: capsule di Lycopus europaeus, secondo posologia consigliata dal medico o dal fitoterapeuta.
I rimedi omeopatici
La terapia omeopatica nei disturbi tiroidei si basa su un’accurata valutazione del terreno individuale, ovvero delle caratteristiche costituzionali e psicofisiche della persona. I rimedi vengono scelti in base alla tipologia di squilibrio e alla sintomatologia prevalente.
• Iodum
Indicato nei casi di ipertiroidismo con metabolismo accelerato: fame intensa con perdita di peso, sudorazione eccessiva, palpitazioni, senso di debolezza e alterazioni del ciclo mestruale.
Posologia: Iodum 5 CH, 3 granuli due volte al giorno.
• Kalium iodatum
Adatto a soggetti con forti oscillazioni dell’umore, che alternano malinconia e chiusura affettiva a fasi di irritabilità acuta. Peggiora con il caldo, in riva al mare, con i cambiamenti climatici, la pioggia, il latte freddo e dopo il rapporto sessuale. Migliora con l’attività fisica all’aperto.
Posologia: Kalium iodatum 5 CH, 3 granuli due volte al giorno.
Controindicazioni
Chi soffre di tiroidite autoimmune deve evitare l’uso di:
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erbe e integratori contenenti iodio (es. Fucus vesiculosus);
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immunostimolanti come Uncaria tomentosa, Astragalo, Echinacea, ecc.
Queste sostanze possono aggravare l’attività autoimmune, esacerbando l’infiammazione tiroidea.