Non siamo nati per soffrire

Una convinzione tanto diffusa quanto sbagliata afferma che certi dolori debbano per forza durare molto. Se il mio grande amore mi ha lasciato, soffrirò a lungo; se mia madre è stata una donna gelida io ne soffrirò per decenni, e i miei comportamenti dipenderanno da questo. Non è vero: se un dolore dura, lo stiamo tenendo in vita noi. Resistere, capire, migliorare sono altre attività controproducenti. In questo libro Raffaele Morelli, con il consueto stile asciutto e diretto, smonta i luoghi comuni sulla sofferenza e ci ricorda che gli esseri umani non sono nati per soffrire, ma per seguire il loro destino, dove l’anima sa portarli senza sforzo.

Indice del libro

• Introduzione | Lo sguardo interiore è la cura più potente
• Capitolo 1 | Cedi al dolore
• Capitolo 2 | Il dolore ti rigenera
• Capitolo 3 | Il vuoto ti guarisce
• Capitolo 4 | Non mettere ordine nella tua vita
• Capitolo 5 | La gioia nel dolore
• Capitolo 6 | Quando sono gli amici a farti stare male
• Capitolo 7 | Ascolta gli istinti
• Capitolo 8 | Libera l’eros
• Capitolo 9 | Non risolvere le contraddizioni
• Capitolo 10 | Non guardare indietro
• Capitolo 11 | La felicità è una scintilla

I dolori arrivano per farci rinascere

Non si soffre per una causa conosciuta: si tratta di un’illusione della mente, come l’autore spiega dettagliatamente in questo libro. Si soffre perché l’essenza, l’anima desidera portarci via dalla vita insoddisfacente che facciamo, dalla stasi energetica nella quale molto spesso ci nascondiamo per paura di star male, col risultato di stare peggio. Non siamo nati per soffrire significa che non c’è alcuna redenzione nel dolore, nulla di salvifico. Non si è migliori o più profondi perché si soffre. Il dolore serve a fare pulizia del vecchio personaggio che recitiamo, per aprirsi al nuovo che sta arrivando.

Non spiegare il tuo malessere

Quando stiamo male, la domanda chiave da farsi è questa: serve identificare la causa del mio disagio? La risposta è no: tutto ciò che troveremmo è sempre esterno. Gli esempi si sprecano: lui che mi ha lasciato, mia figlia che va male a scuola, mio padre che non mi capisce, il capoufficio arrogante e così via. Mentre sto cercando la causa esterna, c’è qualcosa che dal profondo della mia anima mi sta portando verso il mio destino. Se mi manda un disagio, lo devo accogliere senza oppormi: questo malessere è la vera cura.