Talento: chi lo fa fruttare e chi lo spreca

Il talento non è un privilegio di pochi ma una dote di cui tutti possono disporre: ecco due identikit per scoprire come si comporta chi sa incontrare il proprio talento e chi non riesce a vederlo

Talento: chi lo fa fruttare e chi lo spreca
02.02.2010

Se lo sai riconoscere, il talento ti cambia la vita

Il talento è una risorsa di tutti, che non tutti sanno di avere. Come scoprirlo dentro di sé? Per prima cosa liberandosi dei luoghi comuni che lo riguardano: non è un abilità eccezionale, non occorre faticare per conquistarlo, non c’entra col successo o col denaro, non è un privilegio di pochi, non ha età. Il talento è l’energia creativa che sa realizzare la vera natura di ognuno di noi. Ma come si comporta una persona vicina al proprio talento? E come vive chi non sa di averlo oppure non riesce a trovarlo? Abbiamo preparato due identikit; confrontateli per vedere quanto siete vicini o lontani dalla vostra natura più autentica, quindi dal vostro talento.

Chi coltiva il proprio talento

  • Lascia spazio alla creatività
    Non inducendo in percorsi obbligati, conserva una mente libera e progettuale
  • Si ammala poco spesso e guarisce in fretta
    Vivere appieno la propria vita rafforza il sistema immunitario che si mantiene vigile
  • Usa poco il ragionamento, segue l’istinto
    Si fida di sé stesso e delle sue sensazioni, fuggendo i ragionamenti troppo cerebrali e le spiegazioni ad ogni costo
  • Cura la propria interiorità
    L’atteggiamento mentale è determinante: il suo sguardo “sa” rivolgersi dentro se stesso
  • Vive nel presente
    Il corpo vive nell’adesso; così le emozioni. Così il talento autentico
  • Ama il gioco e rimane sempre un po’ bambino
    Da piccoli la creatività sgorga spontanea., Giocare con la vita ogni giorno è il talento più grande.
  • Cura l’alimentazione evitando tutti gli eccessi (anche quelli salutistici)

Chi spreca il proprio talento.

  • Pensa di conoscersi a fondo, di sapere tutto di sé
    Si giudica con sicurezza  e con severità. Così non conosce se stesso e nemmeno gli altri
     
  • Si ammala spesso di piccoli malanni
    Vive in un mondo che non gli appartiene e le difese immunitarie inevitabilmente s’indeboliscono
     
  • Si arrovella nei ragionamenti per capire tutto.
     
  • Dà poco spazio agli istinti e alle emozioni. Si identifica nei ragionamenti perdendo di vista se stesso.
     
  • Non ha un buon rapporto con l’interiorità, tende a fuggirla.
    Non ama molte parti di se  e detesta guardarsi dentro, principalmente per paura. Così il talento continua a fuggire.
     
  • Pensa spesso alla morte e la teme.
    Si aggrappa ai ricordi oppure ai programmi per il futuro. Si lega alle cose, agli affetti: vive di attaccamenti che tengano lontana l’idea della morte, che lo terrorizza
     
  • Mangia male, in modo disordinato.
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