Cosa nasconde la distrazione eccessiva?
Perdere o dimenticare qualcosa capita a tutti
I “super-distratti” sono una categoria di persone che tutti conosciamo: maldestri, spesso impacciati, goffi o eccessivi nei movimenti, si comportano come se il loro corpo non fosse veramente “loro”, come se potesse andarsene per conto proprio.
Fanno volare via le cose perché vi sbattono contro o le colpiscono girandosi di scatto o semplicemente muovendosi, inciampano negli stipiti, cadono o fanno cadere ciò che hanno in mano, si chiudono le dita nei cassetti… Oppure dimenticano appuntamenti, gli oggetti, i nomi, le date, le scadenze fiscali, perdono gli oggetti e perdono continuamente il filo del discorso. Questo comportamento, se da una parte può irritare chi sta intorno e creare danni o pericoli a se stessi e agli altri, dall’altra comunica sempre che qualcosa si è inceppato anche a livello psicologico. Dopo aver accertato – cosa importante – che non si tratta di una patologia neurologica, cerchiamo di comprendere di cosa si tratta.
Dov'è "davvero" il Super distratto?
La mente del distratto non è mai tutta lì con lui, nel presente. Una parte è sempre altrove. Ma dove? Non si sa, ma non “qui”. È naturalmente un atto involontario e segnala qualcosa di molto importante: il bisogno di uscire dalla propria quotidianità, di non venire schiacciati e compressi da una “realtà” che è diventata un po’ troppo chiusa e opprimente. Certo, è un tentativo di evasione, ma segnala un bisogno molto importante che non va negato. Se non viene soddisfatto, infatti, può trasformarsi in un disagio più importante, o anche evolvere in un atteggiamento di ritiro generalizzato dalle proprie responsabilità. Perché un fatto è certo: se la realtà assomiglia a una prigione, il cervello cerca vie di fuga. Anche tra le nuvole.
Le buone ragioni del cervello distratto
Situazioni inaccettabili
Una realtà da cui il distratto può voler fuggire è quella di rapporti di coppia ormai logori, senza più eros né curiosità, ma dai quali manca c’è la forza di uscire. Lo stesso vale per situazioni di studio e lavoro che non piacciono o non soddisfano
Troppi impegni
La fretta, da condizione temporanea, è diventato un modo di vivere: sempre pronti a scattare, sempre sul chi va là. La mente non si ferma su nulla e non è mai nel presente. Con la distrazione, invece, il cervello dice basta ed evita di “venire occupato”, anche se da cose che sarebbero importanti
Depressione latente
Molte depressioni possono essere lette anche come delle grandi – e drammatiche – “distrazioni”: manca il “gancio” con l’esistenza, non si comprende più il senso delle cose, proprio come accade nelle distrazioni quotidiane nelle quali la persona perde il rapporto spaziale con ciò che la circonda
Idealismo e fantasie eccessive
Alcune persone tendono a vivere in funzione di una “felicità a venire” e, proiettati in un futuro che non arriva mai, si disinteressano del presente, vissuto con frustrazione. Un atteggiamento che idealizza alcune situazioni – l’amore, il successo, la fama – per non affrontare le loro versioni “troppo terrene” e deludenti
Cosa fare: dai la precedenza a ciò che ti sta a cuore
Agenda e priorità
Riduci il dispendio energetico. Su un’agenda cartacea o elettronica scrivi anche le cose più banali che ti devi ricordare: il cervello sarà più libero di spaziare, non dovendo più tenere a mente nulla (se non di guardare l’agenda!). Dai anche una priorità ai tuoi impegni, magari con un gioco di colori, dedicandoti a ciò che è davvero necessario ed evitando, almeno per un po’, tutto il resto
Dormire e tacere
Spesso il Super-distratto fatica a prendere sonno e ha perso il giusto ritmo sonno-veglia. Occorre ritrovarlo con orari più costanti e l’aiuto di compresse di melatonina (una alla sera prima di coricarsi per quattro settimane). E, sempre per ridurre la dissipazione, parla e lamentati di meno, comunicando solo il necessario
Intuire e comprendere
Non subire passivamente la distrazione. Cerca di comprendere da cosa vuoi sottrarti, cosa non ti appartiene più. Se mentre sei distratto ti arrivano delle immagini spontanee (luoghi, modi di essere, intuizioni), scrivile: ti possono orientare verso una dimensione che ti è più congeniale
Distrazione volontaria
In psicoterapia si chiama “prescrizione del sintomo”. Se la distrazione cronica è una fuga silenziosa disseminata nei mesi, crea tu spazi personali in cui fuggire. Renderai inutile “l’evasione del cervello”