Psicologia dell’odio: perché esiste, come affrontarlo
È un sentimento difficile da gestire eppure nessuno ne è immune: sapere perché nasce e cosa significa realmente nella psiche profonda aiuta a viverlo in modo sano dentro e fuori di noi
L’odio è un sentimento di forte inimicizia e avversione duratura nei confronti di qualcuno o qualcosa; chi odia vorrebbe che l’oggetto del suo odio venisse umiliato, distrutto, cancellato. Non è sicuro che anche gli animali provino questo sentimento, perché in loro aggressività suscitata da un rivale si scarica nell’immediato. Al contrario, gli esseri umani sono in grado di covare risentimento e odio per lungo tempo, trasformando la rabbia momentanea in esasperata aggressività. La rabbia che alimenta l’odio è però spesso figlia della paura e in questo senso l’odio va compreso come sentimento complesso.
Può essere guidato verso un capro espiatorio
Nei termini della psicologia delle masse va notato che l’odio può essere insegnato ed è anzi molto facile da apprendere, perché permette di interpretare la realtà in modo semplificato, senza sfumature né analisi, fornendo un alibi e un canale di sfogo alla propria insicurezza e alle paure inconsce. In determinate circostanze le persone hanno bisogno di un nemico, un capro espiatorio, e così l’odio verso di esso si diffonde come un virus che si auto-alimenta velocemente, a tutto vantaggio di chi, posto in posizione di potere, può sfruttare questi sentimenti di massa a proprio vantaggio, manipolando la psicologia collettiva. Si tratta di un meccanismo psicologico estremamente elementare per il quale un “nemico” è individuato come il mandante o l’esecutore di tutte le cattiverie, le slealtà, le crudeltà, le prepotenze in cui ci si imbatte nella vita quotidiana.
Nel nemico proiettiamo i nostri lati oscuri
Per comprendere questo meccanismo occorre andare più in profondità e considerare il concetto di “proiezione”. Gli esseri umani tendono a proiettare all’esterno gli aspetti di sé che ritengono “sbagliati” e quindi non accettano, quelli che non vorrebbero avere e soprattutto quelli che non vogliono vedere. Si tratta di ciò che Carl Gustav Jung ha descritto come l‘Ombra, l’insieme ineliminabile di lati oscuri o sconosciuti, ma anche di sentimenti torbidi, rabbie e angosce che facciamo di tutto per non portare alla luce, poiché molti di questi aspetti sarebbero incompatibili con la morale e l’etica con cui siamo identificati. Dapprima tali aspetti sono confinati nell’inconscio, da cui riemergono generando incubi e pensieri di cui ci vergogniamo. Ma a volte, quando ci rifiutiamo del tutto di riconoscerli come nostri, l’inconscio ce li mostra all’esterno, vivi e operanti, “proiettati” appunto sul “nemico”. In questo modo il mondo interno preme perché riunifichiamo in noi Ombra e Luce, che non si possono mai separare: il benessere psichico anzi consiste proprio nell’integrazione del due lati.
Comprendere questa proiezione operata dalla psiche è essenziale per rendersi conto che il “male”, o per meglio dire l’Ombra, abita dentro di noi, e non fuori. L’odio infatti, se non viene riconosciuto come proiezione all’esterno di lati di sé negati, può arrivare a “possedere” totalmente il nostro Io, in modi difficile da controllare. Quando ci si sente sopraffare da questo sentimento occorre allora fermarsi e portare l’attenzione su di sé, anche con la guida di un terapeuta, per illuminare quali siano le micce personali che fanno detonare l’odio.
La via della consapevolezza
Piaccia o meno, in ognuno di noi vi è una riserva di aggressività e i divieti non bastano a scongiurarla: abbiamo la possibilità di fare del male, così come quella di fare del bene. Nessuno tuttavia è solo buono o solo cattivo e soprattutto nessuno è perfetto: è quindi importante accogliere le nostre imperfezioni, dialogare con esse e non fingere che non esistano, altrimenti sarà più alto il rischio di proiettarle all’esterno su qualcuno o su qualcosa, anche sotto forma di odio. E attenzione: l’Ombra è anche la sede della nostra parte più vitale e creativa: quando impariamo ad avere un buon rapporto con quella parte della psiche, può portare nella nostra vita grandi regali.