Depressione o sbalzi d’umore?
Uscire da una depressione non è un percorso lineare e possono capitare crisi momentanee, tappe verso la guarigione: cosa fare con questi e altri tipi di sbalzi d'umore
Ci sono errori che possono costare cari e uno di questi può capitare proprio in una fase di guarigione da una depressione: consiste nel confondere eventuali sbalzi d’umore con una ricaduta. Tale periodo di lenta risalita dal male oscuro, che può durare qualche settimana o diversi mesi a seconda dei casi, non segue quasi mai un andamento costante nel quale si sta man mano sempre meglio senza più soffrire, ma è costituito da un processo in cui il ritrovamento del benessere si alterna ancora per un certo periodo a cadute dell’umore talora molto intense.
Indice dell’articolo
- L’uscita da una depressione non è un percorso lineare
- Sbalzi d’umore: cosa sono, quali le cause
- Gli sbalzi d’umore: onde che arrivano e vanno
- Come riconoscere gli sbalzi d’umore
- La crisi ti spinge verso la guarigione: falle spazio
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L’uscita da una depressione non è un percorso lineare
Se una persona scambia queste crisi momentanee per vere e proprie ricadute, come cioè se si fosse tornati al punto di partenza, il loro effetto sarà molto più negativo: paura di non uscirne più, di aver fatto tutto per niente, di non essersi affidati alla cura o al profesionista giusti. Lo scoraggiamento può così premdere il sopravvento, vanificando o rallentando gli sforzi curativi precedenti, siano essi costituiti da una psicoterapia, che da rimedi naturali, tecniche corporee o psicofarmaci. Ogni volta si dovrà davvero ripartire quasi daccapo, senza sfruttare la spinta che offre il lavoro già fatto fino a lì: in tal modo la depressione si prolunga a dismisura e può anche cronicizzarsi.
È dunque molto importante imparare che il cervello va naturalmente incontro a queste crisi nella fase di guarigione. Esse costituiscono una pausa utile per:
- riprendere energie
- rielaborare i miglioramenti ottenuti
- creare la base “chimica” per la tappa successiva di guarigione
In pratica questi sbalzi d’umore sono il contrario di quel che si normalmente si pensa: piccoli eventi “ricreativi”, seppur sofferti e fastidiosi. Collocarli all’interno del percorso di rinascita e non viverli come “cadute nel vuoto” prive di senso consente di non precipitare veramente e di sfruttarne tutto il benefico potenziale.
Sbalzi d’umore: cosa sono, quali le cause
Gli sbalzi d’umore (sempre, non solo quelli che compaiono in una fase di guarigione da una depressione) sono estremamente diffusi e ogni volta che si presentano, dopo aver fatto i loro “danni”, si dileguano così velocemente da non essere riconosciuti come i veri responsabili di tanti problemi relazionali. Si tratta di fenomeni psichici naturali che appartengono a ognuno di noi. L’umore non può e non deve rimanere sempre identico nel tempo: risente degli eventi esterni, del clima, dei ragionamenti, delle emozioni, della ciclicità ormonale e di tante altre varianti. Opporsi a queste modulazioni spontanee sarebbe sbagliato, controproducente, poiché si tratta di modalità con cui la nostra energia psichica e mentale ha bisogno di fluire in quel momento. Tuttavia è necessario comprenderne anche gli aspetti negativi, soprattutto se le persone che abbiamo accanto sono soggette a questi sbalzi d’umore, o se lo siamo noi in prima persona.
Gli sbalzi d’umore: onde che arrivano e vanno
Lo sbalzo d’umore è come un’onda che tenta di “impadronirsi” della persona che lo vive: cambia almeno in parte la sua disponibilità verso gli altri, il suo modo di ragionare, la fa agire in modo alterato e dire cose che in altri momenti non penserebbe nemmeno. La persona è sempre la stessa, ma qualcosa la illumina o, al contrario, la incupisce a tal punto che chi le è attorno può avere la sensazione di non riconoscerla nei modi, nei pensieri, nello sguardo. Ciò è più problematico quando lo sbalzo d’umore è verso il basso: si può diventare pessimisti, scontrosi, sarcastici, sfiduciati, apatici; si possono prendere decisioni avventate e compiere scelte repentine. Il problema è che spesso la persona si identifica con lo sbalzo d’umore, dimenticandosi che si tratta solo di un’alterazione passeggera.
Come riconoscere gli sbalzi d’umore
- Insorgono velocemente e altrettanto rapidamente se ne vanno…
- Arrivano all’apice di un periodo in cui si cominciava a uscire dalla depressione, oppure in seguito all’interruzione brusca delle cure appena dopo un primo miglioramento.
- Possono essere stimolati da eventi esterni (critiche, confronti, situazioni stressanti) o anche svilupparsi senza alcun legame con quanto accade.
- Producono pensieri come: “Lo sapevo che non ne uscivo”, “La cura non sta funzionando”, “Forse sono più grave di quanto pensassi”
- Si associano a crolli improvvisi dell’autostima, al pessimismo generalizzato e alla tendenza al pianto o a forti attacchi d’ansia.
La crisi ti spinge verso la guarigione: falle spazio
Se stai uscendo da una depressione e ti colgono degli sbalzi d’umore, ricorda questi punti
- Tenacia: il miglioramento precedente non è stata un’llusione ma ha bisogno di stabilizzarsi. La crisi ora ti chiede di confermare l’intento di guarigione.
- Rallentamento: durante la crisi transitoria non tenere lo stesso ritmo di attività che avevi ripreso, ma non mollare neanche del tutto. Semplicemente rallenta.
- Astensione: questo è il momento meno indicato per trarre conclusioni su di te, sulla terapia, sulla vita. Resisti a questa tentazione: non saresti obiettivo.
- Qualità del sonno: il cervello con la breve crisi sta cercando energia. Aiutalo favorendo il più possibile un sonno ristoratore e una ritmicità di orari.