Herpes zoster: la rabbia che esplode sulla pelle
Ideali troppo rigidi ed emozioni represse possono produrre fastidiosi disturbi psicosomatici come l’herpes zoster, un sintomo che va “ascoltato” con attenzione…
Mara, una donna di 46 anni, chiede aiuto alla psicoterapia su consiglio del dermatologo, che l’ha seguita e aiutata a superare un’esplosione di herpes zoster su gran parte del corpo. Ecco come esordisce di fronte alla psicoterapeuta: “Il dolore provocatomi dall’Herpes zoster è stato forte e non voglio più riprovarlo. Per questo sono qui da lei. Ho capito che avevo bypassato stupidamente una profonda crisi esistenziale che negli ultimi mesi aveva avvolto le mie giornate”. La paziente è separata e ha un figlio che da alcuni anni vive all’estero e si è creato, lontana da lei, una famiglia e una vita. Si contattano spesso in video, ma non si incontrano se non molto raramente. Mara ha un lavoro creativo che l’ha sempre soddisfatta, ma sul fronte affettivo, dopo qualche storia breve e non gratificante, non ha più cercato un compagno. “Così mi sento libera. Ma sono anche molto sola”. Forse Mara non sta più vivendo la vita adatta alla sua anima profonda, alla sua vera natura? Forse per questo – si chiede la psicoterapeuta, il suo sistema immunitario ha reagito, provocandole un malessere così doloroso come l’herpes zoster?
Cos’è l’herpes zoster
Herpes Zoster è il nome scientifico che viene utilizzato per indicare la malattia nota come “fuoco di Sant’Antonio”. È causata dal virus della varicella che può rimanere silente per tutta la vita o esplodere colpendo le radici nervose a vari livelli. Provoca forti dolori che si irradiano sino alla nostra pelle, dove si formano vescicole ed eritemi. Può rappresentare in campo psicosomatico l’effetto di un prolungato abuso della pazienza o l’eccesso di freni posti davanti alle emozioni come rabbia o amore. È insomma uno dei modi del corpo per urlare la paura e il desiderio di un cambiamento.
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Herpes Zoster, il senso del disturbo
Mara, in una seduta di psicoterapia, racconta: “Ricordo che un mese dopo la partenza di mio figlio ho avuto un breve disturbo agli occhi; dopo alcuni mesi si è scatenata una fastidiosa allergia su tutto il corpo, e poi l’herpes zoster. In quel periodo dentro di me si erano come aperti due fronti: uno che avrebbe voluto che io facessi certe cose e un altro che si opponeva”. Ma cosa avrebbe voluto fare Mara? Cambiare casa e città, perché lì dove vive si sente da tanto tempo come in una prigione. Quella era la casa dove aveva vissuto con suo figlio: anche quando lui era piccolo, e lei già separata, avrebbe voluto cambiare città, ma non lo aveva fatto per non creare al bambino problemi scolastici e di relazione. “Quando mio figlio si è trasferito all’estero sono riemersi i miei dubbi sul cambiare casa o meno: subito dopo è arrivato l’herpes zoster su tutta la parte bassa del corpo…”
Se non ti ascolti, puoi soffrire
Cosa era successo di così intenso da provocare una reazione fisica tanto fastidiosa come l’herpes zoster? Ecco ancora le parole di Mara: “No l’ho mai detto a nessuno e non l’ho ammesso completamente nemmeno a me stessa, ma mi sono sentita addolorata e anche un po’ offesa per la partenza di mio figlio. Io, anche se avrei voluto trasferirmi da tempo, per lui non l’ho fatto. Certo, una brava madre è quella che si sacrifica per i propri figli: questo è il modo in cui anche mia madre mi ha educata e so che è stato giusto fare così. Però, quando ho iniziato a pensare a una vita più libera in un altro luogo, è esplosa anche la rabbia per non averlo fatto prima. Forse è stato proprio l’herpes zoster a farmi incontrare la rabbia per una vita tutta legata mio figlio, che mi stava impedendo di realizzare quel che desideravo. Ma ora che lui è lontano, posso farlo e lo farò!”. Questa nuova consapevolezza, arrivata quando Mara si è concessa di guardare le proprie emozioni senza condannarle e reprimerle, le ha permesso in seguito di superare sia i problemi di salute, sia il blocco che l’aveva tenuta ferma in un luogo che non amava.