Liberarsi di un passato che non passa

A volte ci sentiamo addosso il peso di traumi del passato che sono più immaginari che reali: come eliminare questi fossili e tornare liberi

Liberarsi di un passato che non passa
Redazione Riza
Da oltre 40 anni offre strumenti pratici per migliorare la vita quotidiana.
12.12.2012

Succede ed è più frequente di quanto si pensi: attribuire il valore di “trauma” a un evento del passato che in realtà, mentre accadeva, non possedeva reali caratteristiche traumatizzanti, e renderlo così capace di influenzare ancora in modo sensibile il presente. Ad esempio sentirsi responsabili per qualcosa che non si è fatto, o aver subito un comportamento aggressivo che non è stato duro come lo ricordiamo, o vivere una perdita transitoria come un evento definitivo. La psicoterapia, strumento elettivo per superare i veri traumi, dimostra tuttavia che spesso la memoria va alla deriva, che il ricordo viene impregnato di sensazioni anche opposte a quelle realmente vissute. Comincia in questi casi un lungo lavorio della mente che si fissa al passato e lo assolutizza. Si continua a rimuginare, ci si lamenta, ci si rassegna come se la vita “non facesse per noi”. Nessuno nega che ci sia – e ci sia stata – sofferenza. Ma non certo tale da impedire che questi “fossili mascherati” ci rovinino davvero la vita.

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Quando il "trauma" non è reale

Traumi subiti

Crediamo fermamente che qualcuno (parenti, amici, sconosciuti) o qualcosa (il mondo, la sfortuna, la situazione) abbia ferito o offeso una parte di noi: la fiducia, la tranquillità, il bisogno d’amore… Ci sentiamo vittime di qualcosa di ingiusto. Questa fantasia è frequente in persone che fanno fatica ad affermarsi nei propri ambiti di vita.

Traumi inferti

Ci sentiamo in colpa pensando di aver fatto del male fisico, psicologico o sentimentale a qualcuno. O perché l’abbiamo abbandonato o perché non ce ne siamo occupati abbastanza, o infine per aver omesso gesti che invece, se compiuti, avrebbero cambiato tutto. È spesso una fantasia di onnipotenza rovesciata, per cui si ritiene che tutto dipenda da noi, se non nel bene almeno nel male.

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Come smascherare i falsi traumi

C’è un modo quasi infallibile per comprendere se un trauma è vero o immaginario: è inventato quando spiega troppe cose ed è portato troppe volte a motivo dei problemi attuali. Una vera ferita fa male in punti e tempi specifici, non ovunque e non per sempre.

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Perché ci si fissa a traumi immaginari

Perché la memoria a volte ricorda traumi inesistenti?

Una cultura troppo analitica

I traumi reali sono molti meno di quelli che pensiamo. Alla psiche spesso fa comodo trovare un senso e una giustificazione – in modo inconscio – in eventi del passato.

Predisposizione

Alcuni, fin da piccoli, hanno già una personalità strutturata sul senso di colpa e sull’essere “vittime”, e per questi è più facile sentire tutto come invasivo.

Rimozione

A volte il trauma reale è avvenuto molto tempo prima ma è stato rimosso. Quello che invece pensiamo essere un trauma è un evento quasi normale che però richiama, per analogie misteriose, il precedente.

Fantasie intense

Da bambini è possibile fantasticare su eventi temuti ma non accaduti, fino a sentirli veri e ad “archiviarli” nella memoria come fatti reali: una capacità che non viene mai perduta del tutto.

Vantaggi inconsci

La personalità può manipolare la memoria: è così, ad esempio, che uno schiaffo ricevuto una sola volta da bambini davanti agli amici diventa una “violenza inaudita” utile a giustificare, dopo vent’anni, la propria timidezza.

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Cosa fare contro i traumi immaginari

Rivisita l’evento cercando aiuto

Se la tua mente continua a rimuginare da anni sul presunto trauma, prova a rivisitarlo con l’aiuto di eventuali testimoni che erano presenti: un genitore, un vecchio amico, un vicino di casa… Fattelo raccontare con calma senza dire prima la tua versione del fatto. Vedrai che durante il racconto affioreranno ricordi che sembravano scomparsi e che ti daranno una prospettiva più ampia e un po’ differente. Apprenderai che il tuo modo di fissare l’evento non è l’unico.

Racconta diversamente il passato

Questo ricordo conflittuale è diventato ormai parte della tua carta d’identità; è bene disidentificarsene. Prenditi un po’ di tempo e, quando sei solo, racconta a te stesso il “trauma” come te lo sei sempre raccontato. Poi, nei giorni seguenti, prova a raccontarlo in forma diversa: un giorno nello stile di una favola, poi di un thriller, poi di un’avventura, di una cronaca giornalistica, di un evento comico. Il ricordo perderà potenza traumatica e diverrà sempre più un semplice ricordo.

Staccati dalla fissazione

Attraverso una psicoterapia breve orientata a tal fine, cerca di comprendere i motivi che nel tempo ti hanno spinto a vedere un trauma dove non c’era, e se è veramente così. Scoprirli può essere di maggior aiuto rispetto al ripetersi ossessivamente il ricordo così come si è fissato. Liberarsi del passato, specialmente se è ricoperto di rimuginazioni inutili, è la via per predisporsi ad accogliere il presente senza finti occhiali che deformino la realtà.

Redazione Riza
Da oltre 40 anni offre strumenti pratici per migliorare la vita quotidiana.

I contenuti sono curati da un’équipe di esperti e terapeuti, guidata dall’esperienza del gruppo Riza, punto di riferimento riconosciuto nel panorama della psicosomatica, della salute mentale e fisica.

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