Liberati dal buonismo, ti fa venire l’ansia

Mettersi sempre al servizio degli altri per paura di perderli o per essere “altruista” a tutti i costi conduce all’ansia: rompi lo schema e rinasci.

Liberati dal buonismo, ti fa venire l’ansia
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Redazione Riza
Da oltre 40 anni offre strumenti pratici per migliorare la vita quotidiana.
28.01.2025

La società contemporanea condanna senza appello l’egoismo: chi è egoista pensa solo a se stesso, si interessa esclusivamente del proprio tornaconto e non avrà mai niente da dare. Fin da piccoli ci insegnano a essere buoni, generosi, ad andare d’accordo con tutti.
Il risultato di questo sforzo consiste spesso nell’inculcare il senso di colpa e una certa falsità nei rapporti umani, ma soprattutto apre le porte all’ansia: tutto questo dedicarsi agli altri per senso del dovere puntualmente non porta “risultati” soddisfacenti e questo ci fa sentire inadeguati e in perenne affanno, le condizioni ideali perché l’ansia si manifesti.

Ma c’è un modo diverso di concepire l’egoismo. Al di là di quello che possa sembrare, in sé non è un difetto da correggere, o un mero sinonimo di insensibilità: utilizzato nel modo giusto può rappresentare una grande qualità, indispensabile per la nostra autorealizzazione.

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Grazie al sano egoismo realizzi te stesso

Se prima di un’azione ci interroghiamo su quanto davvero ci piaccia o ci prema, entriamo in contatto con le nostre esigenze più profonde, andiamo incontro alla nostra natura e al sano bisogno di autoaffermazione. Se invece ci imponiamo costantemente di prendere in considerazione solo le esigenze degli altri finiremo per entrare nel ruolo fasullo del “buono a ogni costo”, che a lungo andare ci starà stretto: cercheremo di continuo l’approvazione altrui, con il rischio di invischiarci in relazioni sbagliate e di essere manipolati, a tutto “vantaggio” dell’ansia.

Al contrario un po’ di “sano egoismo” ci induce a contare sulle nostre risorse interne e ci aiuta a esprimere il massimo potenziale creativo. È un atteggiamento che promuove relazioni sane, limpide e senza secondi fini.
Quando impariamo ad ascoltarci, mettiamo sullo sfondo i condizionamenti esterni e le cose accadono più spontaneamente: non abbiamo dubbi e titubanze, arriviamo dove vogliamo andare.

Qui di seguito vi presentiamo tre piccole storie che spiegano meglio di tante teorie come sia semplice sfuggire alle gabbie dell’altruismo recitato e recuperare una più sana visione di noi stessi.

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Il vero amico non esige nulla

Da quando ho chiarito con Valentina le cose tra noi vanno decisamente meglio e non mi sento più “obbligata” nei suoi confronti e sempre in ansia.
Lei è l’amica che vorrebbero avere tutti, ti ricopre di mille attenzioni, si mette a disposizione senza riserve, ma l’inghippo c’è: pretende che tu con lei faccia lo stesso e sia sempre pronta e rispondere alle sue esigenze.

A lungo andare mi sono sentita in trappola: le sue richieste si erano trasformate in un vero e proprio ricatto. Così mi sono ribellata alle sue pressioni. Sul momento ho temuto di essere un po’ egoista, ma sorprendentemente il rapporto è migliorato! Lei ha capito e tra di noi ora è tutto più sincero e autentico e la mia ansia è solo un ricordo…

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Amare non vuol dire adattarsi

Quando ho conosciuto Mirko ho pensato subito che fosse la persona giusta per me. Così ho cercato di adattarmi a lui in tutto e per tutto. Mi sono proposta di seguirlo nelle sue frequenti uscite con gli amici. Il risultato? Pessimo. I suoi amici non mi piacciono e odio il calcio, mentre loro vanno sempre allo stadio. Ma quando gli ho parlato é stato un sollievo. Mi ha detto: “Ma dove sta scritto che dobbiamo fare tutto insieme?”. Aveva ragione! Ho ripreso a svagarmi con lo shopping, lasciandolo andare da solo con gli amici. Abbiamo scoperto di avere altre cose in comune e la relazione è molto migliorata!

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Gli altri non dipendono da te!

Da quando ho imparato a spegnere il cellulare prima di uscire di casa sto proprio meglio! Il tempo che dedicavo a me stessa era davvero poco. Adoro mio marito e i miei bambini, ma ero arrivata al punto di non sopportarli. Quando mi capitava di uscire con le mie amiche e lasciavo i bambini con lui, puntualmente mi chiamava per qualsiasi inezia. E io non resistevo al senso di colpa e mi affrettavo a tornare. Stavo esaurendo tutte le mie energie e un giorno esasperata ho provato ad essere irraggiungibile: è stato un toccasana, al ritorno mi sono accorta che erano “sopravvissuti” e io ero carica e di buon umore!

Redazione Riza
Da oltre 40 anni offre strumenti pratici per migliorare la vita quotidiana.

I contenuti sono curati da un’équipe di esperti e terapeuti, guidata dall’esperienza del gruppo Riza, punto di riferimento riconosciuto nel panorama della psicosomatica, della salute mentale e fisica.

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