Paghetta e figli: istruzioni per genitori

Quanto dare? Con quale frequenza? Se la finisce prima del tempo o la spende male? Ecco le risposte e i consigli per aiutare i ragazzi a gestire il denaro nel modo corretto

Paghetta e figli: istruzioni per genitori
Redazione Riza
Da oltre 40 anni offre strumenti pratici per migliorare la vita quotidiana.
23.08.2010

Giocattoli, figurine, ricarica di cellulare, cinema, pizza, benzina per il motorino… Il denaro speso per i figli non si conta. Ma sono sempre gli adulti a gestirlo, molto meno della metà dei ragazzi italiani riceve, infatti, una regolare “paghetta” dai genitori. Si tratta invece di un’ottima abitudine, che insegna ad avere un rapporto col denaro, a conoscere il valore di ciò che si acquista, a operare delle scelte su come spenderlo..

La paghetta per il ragazzo è una piacevole autonomia, utile per fare esperienza, per il genitore è comodo (ed economico) dare una paghetta settimanale o mensile piuttosto che continuare a elargire piccole somme a ogni richiesta.

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La paghetta: domande e risposte

Per prima cosa bisogna tenere a mente che ci vorrà un po’ di rodaggio prima che vostro figlio impari a usare la paghetta nel modo migliore; lasciate che sperimenti l’ebbrezza della spesa “folle” o il piacere del risparmio, senza forzarlo.

A che età si comincia a dare la paghetta?

Al di sotto dei 10 anni la paghetta è uno strumento che i bambini non sono ancora in grado di utilizzare. La spenderebbero “a caso”. Il “denaro” è un concetto vago, ed è bene non forzarne la consapevolezza. È meglio attendere l’ingresso alla scuola secondaria. Diventa invece quasi “indispensabile” con le scuole superiori.

Quanto si deve dare?

La media del denaro a disposizione dei bambini italiani è di 10 euro a settimana dagli 11 ai 13 anni e circa 20 euro dai 14 ai 17 anni. Il consiglio è quello di valutare le esigenze effettive di vostro figlio, chiedersi se la paghetta concessa è sufficiente a soddisfare le sue reali necessità o se è eccessivo rispetto alle spese previste per la sua età e per le sue abitudini. Infine, regolatevi secondo le vostre possibilità, in tutta libertà.

I suoi amici ricevono di più: aumento la paghetta?

Non è necessario “allineare” i ragazzi a quello che fanno gli altri. Ci sarà sempre qualcuno con maggiori disponibilità: la paghetta non deve servire a entrare in competizione, ma a coprire reali esigenze.

Spende male il denaro: tolgo la paghetta?

La risposta è no. La paghetta è per lui uno strumento particolare, nuovo e ha bisogno di un periodo di prova per essere usata nel modo adeguato. Se l’ha gestita male è molto più utile farlo riflettere sulla possibilità di un uso alternativo e più “ragionato” dei soldi. Togliendogli la paghetta non li aiutiamo a  imparare il corretto rapporto e la gestione del denaro. Diamogli la possibilità di fare esperienza in prima persona, con le soddisfazioni e le disavventure che ne conseguono.

Finisce la paghetta prima del tempo: do un anticipo?

Non concedete più di quanto avete concordato, né date anticipi sul mese successivo. Deve imparare a programmare le spese, scegliendo tra le varie alternative. Proprio perché la paghetta serve, tra l’altro, a insegnare la gestione del denaro, se modifichiamo il suo importo ne annulliamo il significato educativo.

Non studia: sospendo la paghetta? È bravissimo: la raddoppio?

Quel denaro che abbiamo destinato alle sue esigenze non deve servire a continui ricatti o contrattazioni. Se ha bisogno di essere punito o di ricevere un elogio, non facciamolo tramite la paghetta.

Redazione Riza
Da oltre 40 anni offre strumenti pratici per migliorare la vita quotidiana.

I contenuti sono curati da un’équipe di esperti e terapeuti, guidata dall’esperienza del gruppo Riza, punto di riferimento riconosciuto nel panorama della psicosomatica, della salute mentale e fisica.

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