Vuoi comunicare meglio? Ecco gli errori da non fare più
Parlare bene, saper comunicare in modo chiaro è sempre più importante: per farlo la prima regola è evitare di cadere negli errori che rendono il nostro comunicare inefficace
Per comunicare nel modo migliore occorre essere se stessi
Ci sono occasioni in cui comunicare bene, usare le parole giuste con gli altri o con se stessi può modificare radicalmente il modo in cui siamo percepiti o in cui stiamo con noi stessi. È quindi importante anzitutto imparare a osservare bene il nostro modo di comunicare, per notarne gli errori e prendere contatto con “le parole giuste” che stanno da sempre dentro di noi, quelle che esprimono il nostro vero essere e che ci faranno comunicare ciò che vogliamo in modo preciso e diretto.
Gli errori da eliminare per comunicare al meglio
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Ripetere i concetti: si diventa logorroici
Più un concetto viene ripetuto all’interno di uno stesso discorso, più perde di efficacia e genera noia nell’ascoltatore.
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Usare “i cavalli di battaglia”: appare nostalgico e pedante
Puntare sempre sugli stessi argomenti o su racconti del solito evento ci fa apparire scontati e induce gli altri a evitarci.
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Parlare per esempi è didattico e stantio
Portare un esempio personale per ogni cosa che l’altro dice lo fa sentire un bambino e lo ostacola nell’esposizione.
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Interrompere è antipatico e prevaricante
Invadere il discorso altrui con interventi continui, precisazioni, obiezioni è segno di maleducazione e aggressività.
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Aprire parentesi produce dispersione
La continua apertura di frasi incidentali ricche di dettagli porta il discorso lontano dalla meta.
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Usare troppi intercalare è contorto
Battutine, brevi considerazioni personali, turpiloquio rendono la comunicazione simile a un’elucubrazione personale.
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Fare sempre la “battuta finale” rischia di essere patetico
Chiudere sempre la conversazione con una battuta che non fa ridere crea un effetto imbarazzante e sgradevole.
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Guardare altrove è segno di disinteresse
È una delle cose che inquinano di più ciò che si vuol dire, oltre a segnalare una mancanza di rispetto per l’interlocutore.