Vertigini: cosa significano?
Il dott. Vittorio Caprioglio tratta il tema delle vertigini, che possono avere una chiara spiegazione psicosomatica, indicando l'esplosione del conflitto tra istinto e ragione
Le vertigini sono un’espressione di instabilità e di mancanza di equilibrio. Fatta eccezione per le vertigini che dipendono da patologie riconoscibili, come patologie neurologiche, vascolari, otovestibolari e artrosi, le vertigini estemporanee (senza quindi una causa evidente), possono essere lette in chiave simbolica come una rimessa in discussione di qualche aspetto della propria vita. Ragioniamo insieme: la forza di gravità tende a tenerci ancorati alla terra o, come si dice “con i piedi per terra”, ma la testa, la mente, la razionalità, tendono verso un’altra direzione, cioè a elevarci verso l’alto e a fare di questa parte alta, il mentale, un punto dominante. Quindi si potrebbe dire che il soggetto “vertiginoso” è preso tra due fuochi: una parte “alta”, più astratta, fa delle scelte indipendenti da quelle che la parte “bassa”, più concreta e stabile, vorrebbe compiere.
Cosa sono: un conflitto tra istinti e razionalità
Possiamo dire che nel soggetto affetto da vertigini è in atto un conflitto tra gli istinti, l’emotività, le passioni da un lato e la razionalità dall’altro. Quando questo conflitto si esaspera, le vertigini esprimono una tensione interna che cerca spazio per esprimersi: l’edificio razionale “traballa”, è messo in discussione dalle passioni e dagli istinti che vorrebbero emergere, ma trovano degli ostacoli: un orientamento, un modo di essere e un atteggiamento conservatori, e la difficoltà a prendere in considerazione i cambiamenti della vita. Questo è il profilo del soggetto vertiginoso, espresso nella domanda chiave: «Che cosa sta succedendo alla mia vita?».
La causa: mancano i punti di riferimento
Spesso a chi soffre di vertigini è venuto a mancare un punto di appoggio, una persona di riferimento. In questo caso si tratta di persone che hanno in maniera velata o manifesta una certa dipendenza nei confronti di un familiare, un genitore o piuttosto di un compagno di vita e quando questo assetto consolidato cambia, viene a mancare o si allontana, entrano in crisi. Sono personalità che diventano instabili perché si erano strutturate con un punto di appoggio, un po’ come se fossero abituate a vivere appoggiate al muro; mancando il muro, lo squilibrio subentra.
I punti di riferimento che vengono a mancare possono essere anche di altra natura: un cambiamento di lavoro, un cambio di casa, un trasloco. Questi “spostamenti” se non vengono accettati o vissuti bene. possono innescare la sintomatologia psicosomatica delle vertigini.
Il consiglio terapeutico: ritrova l’equilibrio
Cambiamento di vita, di lavoro o cambiamento affettivo modificano i ritmi di vita. Nelle persone abitudinarie tali cambiamenti possono comportare uno sbilanciamento: manca loro la “terra sotto i piedi”, non sanno più dove appoggiarsi. Il consiglio o l’indicazione terapeutica in questi casi è prenderne atto e consapevolmente cercare un punto di vista nuovo, un nuovo assetto: questo è determinate per far si che la sintomatologia vertiginosa vada diminuendo e scomparendo. Una volta che hanno svolto la loro funzione, se consentiamo alle vertigini di tradursi in un cambiamento concreto, pratico e ben bilanciato, i sintomi possono sparire.