Artemisia, le sue proprietà aiutano digestione e ciclo
L'artemisia è ricca di benefici e proprietà sedative, antidolorifiche ed espettoranti, ma aiuta anche contro la stanchezza cronica
L’artemisia (Artemisia vulgaris) è una pianta perenne della famiglia delle Asteracee che fiorisce da giugno ad agosto e appartiene tradizionalmente alle “erbe magiche” di San Giovanni. Secondo i miti greci il suo nome deriva da quello della dea lunare Artemide, che l’avrebbe donata alle donne per regolarizzare il ciclo e aiutarle nei parti difficili, e nella medicina greco-romana era ritenuta il miglior rimedio contro le convulsioni e le crisi epilettiche (chiamate appunto “mal di luna”). Secondo altre leggende deriverebbe dal nome di Artemisia di Alicarnasso, regina guerriera di origine greco-cretese.
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Nella medicina tradizionale cinese l’artemisia viene impiegata nella moxibustione, una tecnica che utilizza coni o bastoncini di artemisia riscaldati e applicati su alcuni punti o zone del corpo per curare dolori, gonfiori, crisi epilettiche, mentre l’olio essenziale che si ricava dalle sue infiorescenze viene diffuso tramite i brucia-essenze per tenere lontani gli insetti.
I principi attivi dell’artemisia
Dalle infiorescenze dell’artemisia si distilla un olio essenziale ricco di lattoni sesquiterpenici (absintina, anabsintina, artabsina, anabsina e anabsinina) dall’attività benefica, oltre a polifenoli, flavonoidi, cumarine, steroidi, tannini, tujoni e soprattutto artemisinina, un principio attivo da cui si ricava un derivato – la diidroartemisinina – efficace contro il plasmodio responsabile della malaria perché danneggia la membrana del parassita, proteggendo il fegato, organo-bersaglio dell’infestazione malarica. Secondo studi di laboratorio la diidroartemisinina sembra in grado anche di promuovere l’apoptosi delle cellule tumorali, agendo sul metabolismo del ferro. Inoltre, l’artemisinina e i suoi composti hanno dimostrato di possedere proprietà antivirali, anti-infiammatorie, anti-parassitarie, e immunoregolatrici.
L’artemisia in fitoterapia e omeopatia
Tra le proprietà terapeutiche dell’artemisia più spesso utilizzate in fitoterapia primeggiano quelle spasmolitiche, dovute attività anticolinergica dei suoi estratti, utili nei disturbi femminili del ciclo e nelle coliche addominali, e quelle benefiche per il sistema digestivo e quello nervoso. L’attività digestiva è promossa dalle sostanze amare che stimolano la produzione dei succhi digestivi di stomaco, intestino e cistifellea, inoltre le sue proprietà sedative ed antinfiammatorie contrastano gli spasmi dello stomaco e le infiammazioni intestinali, contrastando diarrea e costipazione. La medicina popolare sfrutta l’artemisia anche come rimedio antielmintico e nel trattamento di disturbi dell’umore, come ansia, depressione, l’irritabilità, e insonnia. N. B. L’artemisia è sconsigliata in caso di allergia ai pollini, e in concomitanza con assunzione di alcolici o terapie ormonali.
Dell’artemisia esistono anche preparazioni omeopatiche in diverse diluizioni, usate come rimedio anticonvulsivo, o in caso di dermatosi e irregolarità mestruali, da assumere in dosaggi diversi secondo la diluizione omeopatica indicata per i diversi disturbi.
Proprietà e applicazioni
L’artemisia può essere indicata come sedativo, antispasmodico, emmenagogo, digestivo e tonico. Vediamo in modo più specifico i suoi mille usi:
- Tosse: l’artemisia allevia il sintomo per le sue proprietà antisettiche, espettorante e sedative; utile l’infuso e la tintura madre
- Mestruazioni dolorose, amenorrea e dismenorrea: grazie all’azione antispasmodica (attenua gli spasmi muscolari) ed emmenagoga, ovvero regola il flusso mestruale. Per i disturbi del ciclo è adatta la tintura madre, 30 gocce tre volte al giorno circa dieci giorni prima del ciclo mestruale; mentre per alleviare gli spasmi muscolari, in particolare quelli della muscolatura dell’utero, nelle donne che soffrono di amenorrea o di dismenorrea, è adatto il decotto, da assumere due volte al dì. Il trattamento deve iniziare 10 giorni prima della mestruazione
- Inappetenza: grazie all’azione sedativa, protettiva per il fegato e stimolante dell’appetito; la formulazione più adatta è l’estratto secco.
- Digestione difficile: grazie all’azione eupeptica, ed è per questo che ne vengono estratti diversi liquori naturali.
- Dolori causati da stanchezza, contratture muscolari o reumatismi: l’olio essenziale frizionato sulle parti dolenti, o la moxibustione, danno sollievo.
Modalità d’uso
In fitoterapia si utilizzano soprattutto le foglie, la radice e le sommità fiorite dell’artemisia, in diverse formulazioni, sotto forma di polvere, capsule, oli essenziali e foglie essiccate per infusioni. Ecco le più utilizzate
- Infuso: si ottiene con 1 cucchiaio sommità fiorite di artemisia, 1 tazza d’acqua. Versare l’artemisia nell’acqua bollente e spegnere il fuoco. Coprire e lasciare in infusione per 10 minuti. Filtrare l’infuso e berne 2 tazze al giorno
- Decotto: lasciare in infusione circa 20 g di foglie essiccate per 15 minuti in 1 litro di acqua calda. Bere 2 o 3 tazze della soluzione ottenuta in qualunque momento della giornata, in caso di dolori articolari o muscolari.
- Tintura madre di artemisia: 30-50 gocce 2-3 volte al giorno lontano dai pasti.
- Estratto secco in capsule (per uso esclusivo degli adulti): La dose giornaliera massima raccomandata è di 5 capsule, (1.625 mg).
- Olio essenziale di artemisia per uso esterno: è importante diluirlo nell’olio vegetale per evitare di irritare la pelle. Posologia da rispettare: 30% di olio essenziale e 70% di olio vegetale. Anche come repellente per gli insetti.
Precauzioni
Per l’assunzione dell’artemisia è necessario il controllo medico. Infatti, assunta a dosi elevate, questa pianta medicinale può diventare tossica. In ogni caso, è indispensabile rispettare le dosi prescritte nel foglio illustrativo per evitare possibili complicanze e consultare il proprio medico di fiducia prima dell’uso.
Controindicazioni
L’artemisia è controindicata in gravidanza e allattamento; può presentare alcuni collaterali a dosi elevate in quanto può essere tossica. In alcuni casi il contatto con la pelle può provocare dermatiti.