I vantaggi della dieta gluten free

Celiachia, intolleranze e sensibilità al glutine sono in aumento. Ridurre il consumo di glutine fa bene a chiunque

I vantaggi della dieta gluten free
Redazione Riza
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19.06.2016

Negli ultimi decenni si è assistito a una maggiore attenzione verso i disturbi legati al glutine, anche se l’incidenza reale di celiachia, allergia al frumento e sensibilità al glutine varia e va sempre verificata con test specifici.

In Italia, circa 1 persona su 100 è celiaca, mentre l’allergia al frumento è meno frequente. La celiachia è una malattia autoimmune permanente, in cui l’ingestione di glutine danneggia i villi intestinali. L’allergia al frumento, invece, è una reazione allergica mediata da anticorpi e può provocare sintomi cutanei, respiratori o gastrointestinali senza compromettere i villi intestinali. Infine, la sensibilità al glutine non celiaca può causare disturbi digestivi e sintomi generali simili, ma non è permanente e non esistono esami di laboratorio per diagnosticarla con certezza. La diagnosi viene fatta quindi escludendo celiachia e allergia e valutando i sintomi del paziente.

 

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Cos’è il glutine

Il glutine è la componente proteica del frumento ed è presente anche in altri cereali, come orzo, farro, avena, segale, spelta e tricale, come pure grano khorasan e kamut. Il glutine si trova dunque nella pasta, nella farina e in tutti i prodotti da forno (pane, pizza, torte, biscotti, cracker etc.) preparati con questi cereali.

Il glutine è composto da due proteine, gluteline e prolamine. Sono queste ultime le responsabili in particolar modo delle problematiche alimentari. A contatto con l’acqua, infatti, il glutine forma una sostanza “collosa” ed elastica, oltre a gonfiarsi. Va certamente bene quindi per preparare l’impasto del pane, ma pensate anche all’effetto che fa nello stomaco e nell’intestino, si gonfiano e si riempiono a dismisura. È proprio per questo che mangiare glutine dà una sensazione di pienezza e crea gonfiore. Ma adesso impariamo a conoscere meglio celiachia, allergia al frumento e intolleranza o sensibilità al glutine.

 

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Celiachia: una malattia autoimmune che dura tutta la vita

È una vera è propria malattia autoimmune, determinata geneticamente, per cui si è in modo permanente intolleranti al glutine. La sua ingestione provoca una reazione del sistema immunitario e danneggia i villi intestinali, distruggendoli e provocando un’infiammazione cronica che determina malassorbimento, con conseguenti carenze nutrizionali. La diagnosi viene fatta attraverso la presenza nel sangue di anticorpi specifici (IgA) e biopsia della mucosa intestinale.

I sintomi sono vari: dolori addominali, gonfiore intestinale, diarrea, nausea, vomito, mancanza di appetito, perdita di peso, dolori articolari, mal di testa, stanchezza, dermatite erpetiforme, anemia etc.

Chi è celiaco deve eliminare del tutto gli alimenti che contengono glutine, per non incorrere in gravi problematiche di salute. Si deve anche fare attenzione a non contaminare il cibo, tanto da richiedere una particolare accuratezza nella preparazione delle pietanze, poiché anche piccole tracce di glutine possono recare danno all’intestino di un celiaco. Anche quando si va al ristorante, non basta scegliere alimenti privi di glutine, ma bisogna specificare che si è celiaci. Infatti, anche pentole e stoviglie non devono aver nemmeno toccato farina e quant’altro possa contenere glutine. Di fondamentale importanza, leggere attentamente le etichette di qualsiasi prodotto. Solo seguendo una dieta rigida senza glutine, le infiammazioni alla mucosa intestinale regrediscono e così l’individuo può rimanere in salute.

 

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Sensibilità al glutine: oggi sempre più diffusa, ma non è permanente

Si tratta della forma di intolleranza al glutine più blanda, ma è anche il disturbo più diffuso legato al consumo di frumento & co.

I sintomi sono molto simili a quelli della celiachia, ma non essendo facilmente diagnosticabile come patologia vera e propria risulta anche più “subdola”. Oltre ai classici disturbi come gonfiore, dolore addominale, diarrea, mal di testa, dolori muscolari e articolari, possono comparire stanchezza, sonnolenza, difficoltà di concentrazione, irritazione etc. Per sondare la sensibilità al glutine, se gli esami diagnostici risultano negativi, si può affrontare una dieta a esclusione. Evitare per una settimana i cibi che contengo glutine, per poi reintrodurli e valutare la reazione dell’organismo in base alla sintomatologia. Se i sintomi scompaiono senza glutine e poi ricompaiono, si ha la quasi certezza che si tratta di questo tipo di intolleranza. Per disintossicarsi è bene eliminare il glutine dalla propria dieta per almeno un mese, in modo da ripulire l’organismo. Poi riprenderne il consumo, ma seguendo un’alimentazione a basso contenuto di glutine, meglio sarebbe evitarlo del tutto, scegliendo cereali e altri cibi privi di glutine.

 

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Allergia al frumento: una questione di anticorpi

Individuata tramite test allergologici specifici, l’allergia al frumento è una forma di allergia alimentare, per cui l’organismo crea anticorpi che agiscono contro il glutine, riconosciuto come allergene. A metà strada tra celiachia e sensibilità al glutine, l’allergia al frumento comporta disturbi a carico di pelle, come dermatiti ed eczemi, e apparato respiratorio, come asma e rinite. Chi è allergico al frumento, non presenta come per la celiachia la degenerazione dei villi intestinali, ma deve comunque seguire una dieta priva di glutine.

 

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Troppo glutine fa male anche a chi non è celiaco, allergico o sensibile

Un eccessivo consumo di glutine fa male a chiunque, perché nello stomaco il glutine si espande e provoca disturbi di varia natura, come gonfiore allo stomaco, problemi gastrici, reflusso, difficoltà digestive, nausea, gas intestinali, accumulo di grasso addominale, variazioni di peso, intestino irritabile, ritenzione idrica ecc. Si possono avere anche cefalea, ansia, irritazione, nervosismo, depressione, sindrome premestruale, disturbi del sonno e stanchezza cronica. E in periodi particolarmente stressanti o in presenza di malattie, questa sostanza proteica causa o aumenta l’infiammazione cronica. Pertanto, mangiare senza glutine per una settimana, tre o quattro volte all’anno, fa bene a tutti e contribuisce a disintossicare l’organismo.

 

 

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Alternative alimentari gluten free

Al posto del frumento si possono consumare altri cereali che però non contengono glutine, ovvero riso, mais, grano saraceno, quinoa, amaranto, miglio, avena (certificata gluten free per chi è celiaco), sorgo e teff. Abituandoci a variare maggiormente la dieta quotidiana e bilanciando bene l’alimentazione, si riescono a evitare disturbi da sovraccumulo, dal banale gonfiore addominale alla sensazione di spossatezza, fino al mal di testa. Si riduce il rischio di sviluppare sindrome del colon irritabile e allergie alimentari e si agevola la ripresa della salute in caso di malattie. Ridurre il consumo di glutine va bene anche per chi pratica sport, perché aumenta la potenza muscolare, ottimizza la concentrazione mentale e migliora la performance fisica.

 

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Avvertenza

Disturbi legati al glutine, sospetta celiachia, sensibilità o allergia al frumento, richiedono sempre una valutazione medica e diagnostica adeguata. Non iniziare diete gluten free senza il parere del medico o di un nutrizionista, perché ciò potrebbe alterare i risultati degli esami e dare un falso-negativo a chi è affetto da celiachia vera e propria.

Redazione Riza
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I contenuti sono curati da un’équipe di esperti e terapeuti, guidata dall’esperienza del gruppo Riza, punto di riferimento riconosciuto nel panorama della psicosomatica, della salute mentale e fisica.

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