Intolleranze alimentari, contrastale coi rimedi naturali

Le intolleranze alimentari possono essere contrastate non solo con i cibi giusti, ma anche con le erbe e i rimedi omeopatici: scopri quali

Intolleranze alimentari, contrastale coi rimedi naturali
11.06.2018

Contrariamente alle allergie, che sono prodotte dagli anticorpi del sistema immunitario e sono facilmente identificabili, le intolleranze alimentari hanno origine da un’alterazione dell’ecosistema gastroenterico, in particolare dell’intestino tenue. Qui avviene il processo che trasforma il cibo, rendendolo compatibile con il nostro organismo e quindi assimilabile. Ma l’intestino tenue non è solo un organo di assimilazione, ma un vero e proprio “cervello ausiliario”, in continuo dialogo con i sistemi nervoso, immunitario ed endocrino. Quando virus, batteri, traumi, sostanze chimiche, stress o alterazioni ormonali interferiscono con questo complesso processo, le mucose si infiammano e diventano permeabili, e così quantità “grezze” di cibo filtrano nel sangue, scatenando le intolleranze alimentari. In questo caso è necessario sospendere temporaneamente l’assunzione degli alimenti che aumentano lo stato infiammatorio e intervenire con i rimedi verdi capaci di riportare rapidamente in equilibrio il sistema.

Come nascono le intolleranze alimentari

Le intolleranze alimentari possono avere un’origine fisica – come infezioni virali o batteriche, inquinamento da farmaci, additivi e coloranti, traumi fisici, scompensi ormonali, inquinamento – ma anche, più spesso di quanto si pensi, una genesi psicologica. Fattori come lo stress, l’ansia o i conflitti interpersonali producono infatti un effetto depressivo sul sistema immunitario e stimolano la secrezione di ormoni infiammatori come il cortisolo. Quale che sia il fattore scatenante, l’effetto che si produce è sempre lo stesso: una forma cronica di infiammazione dell’intestino.

Una volta insediate, le intolleranze alimentari producono danni in tutto l’organismo: l’infiammazione della mucosa intestinale si estende per contiguità a quelle degli altri sistemi, da quello gastrico a quello respiratorio e urogenitale, e produce un surplus di tossine che intasano gli organi emuntori, fegato e reni, mettendoli in difficoltà. Una parte delle tossine arriva anche al cervello, il che non solo produce le tipiche “emicranie tossiche”, ma può avere notevoli ripercussioni sulle funzioni cerebrali superiori – come memoria, lucidità mentale e capacità di concentrazione, nonché sul tono dell’umore. Curare le intolleranze alimentari è quindi di fondamentale importanza per preservare la salute del nostro corpo e mantenere in forma il cervello.

I rimedi verdi che contrastano le intolleranze alimentari

Se la chimica moderna non ha armi per curare le intolleranze alimentari, è nel vasto laboratorio naturale del regno vegetale che possiamo cercare i rimedi giusti perché, come insegnava Paracelso, “per ogni malattia è spuntata un’erba”. E poiché il problema delle intolleranze poggia su due aspetti, l’infiammazione e l’intossicazione, che si alimentano a vicenda in un circolo vizioso, l’intervento “verde” sarà centrato sulle piante più efficaci per fronteggiarli e condotto in due mosse. La prima sarà volta a ripulire il fegato e depurare il sangue: quando il fegato funziona male infatti i veleni prodotti dall’intolleranza restano a lungo in circolo, aumentando l’autointossicazione e intasando l’intestino, il che produce malassorbimento e aggrava l’infiammazione della mucosa enterica. Successivamente si passa alle erbe antinfiammatorie e rinfrescanti, per sfiammare e tonificare la mucosa enterica.

La prima erba a cui fare ricorso è la Camomilla (Matricaria chamomilla). Ricca di azulene, uno dei più potenti antinfiammatori naturali, e di un sedativo nervino, l’alfa – bisabolo, questa pianta comune è tanto conosciuta quanto sottovalutata. Spasmolitica, battericida, antispasmodica e antivirale, la camomilla è preziosa quando l’intolleranza si manifesta con nausea, crampi addominali, coliche intestinali e spasmi gastrici: sfiamma le mucose, drena l’intestino e ne favorisce la corretta motilità, promuove la cicatrizzazione delle ulcere infiammatorie e l’espulsione del muco in eccesso. Studi di laboratorio hanno dimostrato l’azione protettiva dell’azulene contro i virus gastroenterici, lo stafilococco emolitico e il Proteus e la sua efficacia contro le infiammazioni acute e croniche della mucosa gastrointestinale. Posologia: estratto idroalcolico di camomilla, 50 gocce diluite in acqua tre volte al giorno

Le piante depurative

  • Bardana (Arctium lappa) Tra tutte le erbe detossinanti è quella da privilegiare quando l’intossicazione da intolleranza scarica sulla pelle sotto forma di dermatosi, producendo acne, eczemi e dermatite seborroica. Non solo depura a fondo l’organismo stimolando fegato e reni, fluidifica la bile e abbassa il tasso di glucosio nel sangue, ma svolge anche un’azione disinfettante che abbatte la carica batterica patogena prodotta dalla fermentazione intestinale. Posologia: 30 gocce di tintura di bardana in poca acqua due volte al giorno, per non più di un mese.
  • Zenzero (Zingiber offcinale) È il più adatto quando i sintomi dominanti sono nausea, vomito, emicranie digestive ed è raccomandato dalla medicina ayurvedica per tonificare la digestione e bruciare le tossine. Flessibile e multifunzionale, agisce anche sul circolo sanguigno ed è un buon rimedio contro le ulcere. Sul piano mentale migliora la capacità di concentrazione e la lucidità.

Posologia: 20 gocce di tintura di zenzero in poca acqua, 2 o tre volte al giorno.

Le piante che sfiammano l’intestino

  • Alchemilla Questa rosacea europea è la più indicata quando l’addome segnala il disagio con crampi dolorosi e diarrea. Le sue foglie, ricche di tannini e flavonoidi, drenano e sfiammano  l’intestino, calmando l’irritazione delle mucose, ma esercitano anche un’importante azione sedativa sul dolore. Posologia: 20 gocce di tintura di alchemilla in acqua mattina e sera, per non più di tre settimane continuative.
  • Mirtillo nero Foglie e frutti costituiscono una vera miniera di sostanze preziose, ma sono soprattutto i frutti a fornire l’aiuto migliore in caso di intolleranza. Ricchi di tannini, acidi organici, sali minerali, vitamine e antocianosidi, rinfrescano, disinfettano, sfiammano e nutrono la mucosa intestinale, tonificandola. Posologia: 20 gocce di estratto fluido di frutti in poca acqua 3 volte al giorno, lontano dai pasti.

Le erbe “di mantenimento”

  • Liquirizia (Glychyrrhiza glabra) È il rimedio più adatto quando i sintomi dominanti sono nausea, emicranie digestive e dispepsia. Antivirale (inibisce il virus dell’herpes zoster), antidegenerativa e fortemente antinfiammatoria grazie alla glicirrizzina e all’acido glicirretinico in essa contenuti, la liquirizia agisce su vari livelli del problema intolleranze: da una parte stimola la produzione di bile e la funzionalità epatica di smaltimento delle tossine, dall’altra avrebbe, secondo numerosi studi, la capacità di ridurre i sintomi allergici e un effetto di potenziamento sui livelli di cortisolo, l’ormone dello stress. Posologia: 30 gocce di tintura madre in poca acqua due volte al giorno. NB Non usare in caso di ipertensione.
     
  • Angelica (Angelica archangelica) Nota un tempo come “omnimorbia” (adatta a tutti i mali), l’angelica è l’erba indicata per le intolleranze alimentari che hanno origine da alterazioni ormonali e nelle somatizzazioni intestinali da stress. Oltre a tonificare il sistema nervoso centrale con un benefico effetto antidepressivo, agisce rilassando quello viscerale, su cui esercita un’azione antinfiammatoria, calmante e carminativa, promuovendo la digestione. Come tutte le ombrellifere, non va assunta prima di esporsi al sole – contiene cumarine che aumentano la fotosensibilizzazione. Inoltre ha un effetto dose-dipendente: benefico a piccole dosi, deprimente ad alte dosi. Posologia: 20 gocce di tintura madre di angelica in un po’ di acqua 3 volte al giorno, per periodi non superiori a 20 giorni.
     
  • Fico (Ficus carica) Il fico selvatico è la pianta da scegliere quando i sintomi dell’intolleranza si manifestano in particolar modo ai cambi di stagione – soprattutto in primavera e autunno – o quando cronicizzano producendo una sindrome da colon irritabile, con alternanza di stipsi e colite, gastrite ed emicranie digestive, sulla quale agisce con sorprendente efficacia. Ricco di  vitamine (A, B, B2, C, PP) e minerali come ferro, calcio, cromo e magnesio, contiene  anche enzimi digestivi e mucillagini antinfiammatorie, capaci di promuovere il buon funzionamento del sistema gastroenterico e stimolare la metabolizzazione delle scorie. Posologia: Macerato glicerico di Ficus carica,  50 gocce prima di pranzo, per cicli di 2 mesi.
     
  • Aloe (Aloe Vera Barbadensis Miller) Quando l’intolleranza esordisce dopo l’assunzione di farmaci, dopo una dieta severa o un periodo di disordini alimentari, la causa scatenante può risiedere in una alterazione della flora batterica intestinale. In questo caso il rimedio da scegliere è l’aloe. Ricca di vitamine, polisaccaridi, amminoacidi, sali minerali, enzimi e steroli vegetali, l’aloe risana le mucose intestinali, rigenera la flora batterica, tonifica il sistema immunitario grazie all’acemannano, un muco-polisaccaride che stimola la produzione di interferone e l’attività dei macrofagi. Fortemente antinfiammatoria, analgesica, e antibatterica, ha anche un effetto ricostituente. Posologia: gel puro di Aloe Vera Barbadensis titolato al 100%, 30 ml in poca acqua una o due volte al giorno.

I rimedi omeopatici contro le intolleranze alimentari

Molto efficaci contro le intolleranze alimentari sono anche i rimedi omeopatici, da scegliere in base alla sintomatologia predominante e agli aspetti caratteriali tipici del rimedio.

  • Tra i più efficaci troviamo Lycopodium clavatum, utile nelle intolleranze con sintomi di pirosi gastrica, distensione addominale con produzione di gas, emicranie digestive e sensazione di debolezza subito dopo aver mangiato, accompagnate talvolta da disturbi visivi… Tipicamente Lycopodium siede a tavola con molto appetito, ma dopo pochi bocconi deve slacciare la cintura per il gonfiore di stomaco e addome. Il dolore è più intenso se si sdraia sul fianco destro e si aggrava nel tardo pomeriggio o alla sera. Posologia: 3 granuli alla 5 CH tre volte al giorno, prima dei pasti
  • Magnesia phosphorica Il fosfato di magnesio da cui si prepara questo rimedio è un sale essenziale per il buon funzionamento dell’organismo. L’infiammazione intestinale conseguente aIle intolleranze  può alterarne l’assorbimento, producendo spasmi e dolori crampiformi che partono dall’addome e irradiano al dorso, colon irritabile, meteorismo, diverticolite, cefalea occipitale. Nelle coliche addominali il dolore che si concentra attorno all’ombelico migliora piegandosi in due e applicando calore alla parte dolente. Ama i dolci e le bevande fredde, che lo aggravano e provocano ipersensibilità a denti e gengive. Posologia d’uso: 3 granuli alla 7 CH ogni mezz’ora nelle crisi acute, diradando la somministrazione in base al miglioramento dei sintomi. Il rimedio funziona meglio diluito in poca acqua calda.
  • Pulsatilla Estremamente sensibile, volubile, lunatico, il “tipo” Pulsatilla passa dall’euforia al pianto in pochi minuti. Soffre spesso di intolleranze, mutevoli come il suo umore: al  pane, ai grassi – soprattutto burro, panna e gelati – alle uova, ai dolci, alla frutta e alla carne di maiale. L’intolleranza si manifesta con pirosi gastrica, eruttazioni, gonfiore addominale e meteorismo. L’addome è duro, dolente e disteso, con la sensazione di avere un macigno sullo stomaco. Sintomi tipici: mancanza di sete e tosse secca notturna che si placa solo mettendosi seduto sul letto. Posologia: 3 granuli alla 7 CH, tre volte al giorno.
  • Colocynthis Irritabile e permaloso, Colocynthis si arrabbia facilmente soprattutto quando sente, a torto o a ragione di aver subito un’ingiustizia. Collera e indignazione somatizzano sull’intestino, provocando coliche violente e dolorosissime, con crampi e spasmi come pugnalate, a ondate, che lo costringono a ripiegarsi su se stesso, comprimendo l’addome con gli avambracci. La bocca è amara come il fiele e la colica addominale può evolvere in diarrea o estendersi all’anca sinistra, con dolori che scendono lungo il percorso del nervo sciatico. Modo d’uso: 3 granuli alla 9 CH ogni mezz’ora, fino a miglioramento dei sintomi.
  • Natrum carbonicum Difficoltà digestive e malassorbimento per intolleranza a latte e formaggi. La persona ha desiderio di patate e dolci, che però infiammano il suo intestino e la fanno star male. Le coliche addominali sono precedute da un senso di vuoto allo stomaco e si scatenano più spesso in occasione di variazioni meteorologiche o climatiche. Senso di debolezza costante, con desiderio di riposare e di essere lasciati tranquilli. Posologia: 5 granuli alla 15 CH due volte al giorno.
  • Petroleum Ipersensibile agli additivi alimentari e alle sostanze chimiche, l’organismo di Petroleum manifesta la sua intolleranza queste sostanze tossiche con emicranie, nausee, diarrea, accompagnate spesso da eczemi sul palmo delle mani e sulle dita. Lo stato tossico influenza anche il comportamento, producendo confusione mentale, senso di disorientamento e ansia. Posologia: 3 granuli alla 9 CH, due o tre volte al giorno.
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