Dieta per ipotiroidismo: risveglia la tiroide, la tua linea ringrazierà!
Per guarire dall'ipotiroidismo occorre liberarsi dalla tossine che intasano la tiroide e si trasformano in adipe e cuscinetti: si comincia dalla dieta per ipotiroidismo ma servono anche i rimedi naturali giusti
Tiroide e metabolismo: una coppia che deve funzionare assieme
Ci sono donne che hanno la fortuna di avere un fisico asciutto e riescono a conservarlo tale senza troppa fatica e troppi sacrifici; alla domanda su quale sia il loro segreto rispondono: “Non faccio niente di particolare, probabilmente è una questione di metabolismo“. Sembra un vezzo, ma spesso è un’affermazione che rispecchia la realtà: infatti è sempre più evidente l’importanza giocata dall’equilibrio ormonale per mantenere salute e forma fisica e mentale. Queste donne privilegiate, che sprizzano energia da tutti i pori, sono dotate naturalmente di un buon livello di ormoni tiroidei. Una tiroide che lavora poco, invece, rallenta il metabolismo del corpo, il drenaggio dei liquidi, il ricambio cellulare e anche le attività mentali. Per fortuna, però, la tiroide è una ghiandola che può essere stimolata: vediamo come farlo al naturale.
Se la tiroide funziona a regime impedisce a liquidi e adipe di accumularsi
La tiroide è una ghiandola endocrina situata nella parte anteriore del collo, che secerne la calcitonina, un ormone che regola i livelli di calcio nel sangue se elevati, e gli ormoni T3 (triiodotironina) e T4 (tiroxina). Il T3 è la forma attiva del T4 e ha il compito di stimolare l’attività metabolica e l’irrorazione sanguigna di tutti i tessuti, aumentando l’apporto di ossigeno e nutrienti alle cellule e accelerando l’utilizzo dei nutrienti a fini energetici. In pratica, la tiroide agisce come una centralina del metabolismo, contribuendo a prevenire l’accumulo di grasso in eccesso. La funzione tiroidea è regolata dall’ormone TSH (ormone stimolante la tiroide), prodotto dall’ipofisi, che stimola la produzione e il rilascio di T3 e T4 da parte della tiroide stessa.
TSH tiroide: hai tanto TSH nel sangue? La tua tiroide è stanca
Con il passare del tempo, soprattutto nelle donne, la tiroide tende a rallentare la sua attività. Il calo degli estrogeni, che si verifica tra i 40 e i 50 anni, contribuisce a ridurre la quantità attiva di ormoni tiroidei nell’organismo. Inoltre, molte sostanze inquinanti presenti nell’ambiente e negli alimenti possono accumularsi nella tiroide e diminuirne la funzione. Per questo motivo, spesso nelle donne possono manifestarsi forme lievi di sofferenza tiroidea, anche se i valori degli esami del sangue risultano apparentemente normali. I valori di riferimento che leggiamo sui risultati delle analisi del sangue non sono stabiliti sulle medie di persone in perfetta buona salute, ma sono una media dei valori estremi risultati nella popolazione che si è sottoposta agli esami in quel laboratorio. In particolare, in presenza di livelli di ormoni tiroidei che rientrano nella norma, un rialzo dell’ormone ipofisario regolatore della tiroide, il TSH, fa comunque propendere per una condizione di latente ipotiroidismo, che va valutata e trattata.َ
Problemi tiroide sintomi
Anche senza fare gli esami del sangue, vi sono diversi sintomi e segni fisici che possono far sospettare uno squilibrio funzionale della ghiandola. Mettiti davanti allo specchio e verifica da sola i tuoi sintomi.
- Difficoltà a dimagrire nonostante le diete; tendenza a ingrassare sull’addome
- Polpacci gonfi, mani e piedi freddi
- Palpebre gonfie e borse sotto gli occhi soprattutto la mattina, viso paffuto e con tendenza al doppio mento, diradamento delle sopracciglia
- Capelli secchi, fragili, ruvidi, caduta diffusa, unghie fragili e a lenta crescita
- Pianta dei piedi di colore giallastro
- Scarsa sudorazione anche in ambienti caldi
- Intolleranza al freddo
- Addome gonfio, stitichezza
- Pelle secca, pallida e ruvida, con ipercheratosi follicolare (aspetto granuloso a “pelle d’oca”) soprattutto sulle braccia, gomiti squamosi
- Stanchezza al risveglio, sonnolenza, mancanza di memoria, tendenza alla depressione, rigidità articolare
- Livelli di colesterolo aumentati
- Vulnerabilità alle infezioni, micosi recidivanti, dermatiti atopiche
Qualora questi sintomi siano presenti in numero superiore a 5 e in forma marcata, è consigliabile rivolgersi al medico per un controllo accurato dei parametri di funzionalità delle tiroide. Se i sintomi sono fino a 3, e quando la pigrizia tiroidea procura ricadute solo “estetiche”, possono essere di aiuto la fitoterapia e alcuni accorgimenti nutrizionali.
Riequilibra la tiroide con la natura
La prima raccomandazione, se si decide di intraprendere un trattamento fitoterapico per stimolare la tiroide, è di non eccedere né con le dosi né con la durata della cura. La tiroide è una ghiandola delicata e non deve essere sollecitata in modo eccessivo. Inoltre, è importante valutare con il medico l’opportunità di assumere rimedi naturali, soprattutto se si stanno già seguendo terapie farmacologiche. A chi sceglie i trattamenti naturali, ricordiamo che le terapie dolci suggerite qui andrebbero seguite per cicli di 1-2 mesi, da ripetere 2-3 volte l’anno.
La pianta più conosciuta per stimolare la produzione degli ormoni tiroidei è un’alga marina ricca di iodio, frequente lungo le coste dell’Atlantico e del Pacifico, il Fucus vesiculosus. Per combattere il sovrappeso legato a un rallentamento del metabolismo si utilizza Fucus tintura madre, 50 gocce al mattino, associata a pilosella tintura 50 gocce, per ridurre la tendenza al gonfiore edematoso. Dopo 4 settimane sostituire il Fucus con il gemmoterapico di Avena sativa, che ha un’azione di regolazione del metabolismo: se ne prendono 50 gocce al giorno per un altro mese.
Se soffri di colesterolo ci vuole anche il guggul
Nella tradizione ayurvedica troviamo un’altra pianta, o meglio la sua resina, utile per favorire l’attività della tiroide, la Commiphora mukul, conosciuta in India come guggul: agisce sul metabolismo dei grassi e ha azione antinfiammatoria a livello circolatorio e articolare. Si utilizza in capsule di estratto secco standardizzato al 2,5% in guggulsteroni, da assumere per un mese, in aggiunta a Fucus, pilosella e Avena. Se ne prendono 250 mg due volte al giorno, 10 minuti prima di colazione e cena.
Con i fanghi d’alghe dreni l’adipe localizzato
L’applicazione su cosce e glutei di fanghi termali salsobromoiodici e fanghi marini, che agiscono come “scambiatori di ioni” e favoriscono la penetrazione di minerali e di sostanze attive algali negli strati epidermici superficiali, aiuta a combattere la stasi del metabolismo, a riattivare la circolazione rallentata e a smaltire i depositi adiposi sottocutanei. Basta procurarsi in erboristeria un fango già pronto a base di alghe ed estratti marini e applicarlo 2 volte la settimana, la sera, dopo il bagno.
Tiroide e alimentazione: così riattivi il metabolismo
Per stimolare la tiroide, è fondamentale anche integrare la dieta quotidiana per cicli di un mese a ogni cambio di stagione con alimenti ricchi di iodio. Vediamo in breve quali alimenti sono importanti e quali sono controindicati in tali casi.
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Verdura e frutta in abbondanza, soprattutto insalate di germogli di soia, broccoli, spinaci, rape, cavolo riccio e alghe: alcuni di questi (come broccoli e rape) contengono sostanze “gozzigene” che, se consumate crude e in grandi quantità, possono interferire con la funzione tiroidea. Tuttavia, la cottura le inattiva, rendendole sicure e benefiche.
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Tra le proteine animali, scegli carni magre ricche di ferro (manzo, tacchino) cotte a bassa temperatura, pesce azzurro, frutti di mare e alghe marine (come il kelp o il wakame), ottime fonti di iodio, essenziale per la sintesi degli ormoni tiroidei.
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Modera il consumo di uova e salumi: un eccesso di grassi saturi può rallentare la funzionalità della tiroide e favorire l’infiammazione.
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In caso di dieta iperproteica (a fini dimagranti), non eliminare completamente i carboidrati complessi: servono per favorire la conversione dell’ormone T4 nella sua forma attiva T3. Evita invece gli zuccheri raffinati e i dolci industriali.
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Attenzione ai cereali troppo ricchi di fibre e alla crusca se consumati in eccesso e ai latticini consumati in grande quantità: possono interferire con l’assorbimento dello iodio e rallentare il metabolismo.
- Ricordarsi di colmare le carenze di vitamine e minerali che si possono accompagnare all’ipotiroidismo con integratori di vitamina B1, ferro, selenio (fondamentale per la conversione del T4 in T3), zinco, rame.
Infine si ricorda che un buon supporto alla dieta è rappresentato dall’assunzione regolare di acqua, almeno un litro e mezzo al giorno, e che occorre anche una corretta attività fisica, che riattiva naturalmente l’asse ipotalamo-ipofisi-tiroide.